Miti e leggende di Luca La Grotta (lucalagrotta@infinito.it), Matteo Leonardi (aleonardim@tiscalinet.it), Cristina Merchiori (severnaja@libero.it), Elisa Rossi (elisaros2006@libero.it), Claudia Scaglia (siscla@libero.it).

NEL REGNO DI FANTASIA: CREATURE FANTASTICHE

Ho ritenuto opportuno creare questa sezione per raccogliere quelle figure che si collocano in una dimensione a metà tra sogno, mito e realtà. Si tratta di tre creaure, forse tra le più antiche nell'universo zoologico dell'uomo, ma anche quelle che forse meglio interpretano un discorso legato all'immaginario collettivo: l'unicorno, il drago e la fenice . In una sezione a sè ho voluto, poi, comprendere anche Pegaso.

L'unicorno
Forse l'unicorno [E1] [E2] [F1] è la creatura fantastica che ha subito meno variazioni nel corso del tempo, rimanendo pressochè identica dalle prime descrizioni ad oggi. Questo non significa che esista uniformità nelle interpretazioni, anzi.
Nella tradizione greca, Ctesia ci parla di un asino velocissimo, bianco di pelo, con un'escrescenza sulla fronte - nera nella parte centrale, rossa in punta e bianca alla base - e gli occhi azzurri, mentre Plinio lo descrive come un quadrupede dal corpo equino, zampe di elefante e coda di cinghiale. Animale indomabile, nel Medioevo, la tradizione vuole che possa essere catturato solo una vergine, l'unica in grado di avvicinare questo animale fantastico, di ammansirlo e di condurlo al palazzo dei re. Il suo corno, detto appunto alicorno, pare avesse poteri magici e fosse preziosissimo, anche perchè secondo alcune versioni di unicorno ne esisteva sempre uno ed uno soltanto sulla terra.
Tra le tante interpretazioni simboliche possibili, è stato letto come raffigurazione dello Spirito Santo, di Gesù Cristo, ma anche del male.
A conferire ulteriore fascino a questa figura è quanto si ritrova nella famosa Lettera del Prete Gianni , dove l'unicorno viene annoverato tra le meraviglie delle terre d'Oriente. La lettera in questione è risultata un falso, ma il suo ipotetico autore ci riporta ad un'altra leggenda ancora. Una credenza molto diffusa a partire dal XII secolo, narra l'esistenza del Prete Gianni, re-sacerdote discepolo dell'apostolo Tommaso. Pare vivesse in Oriente, governasse su settantadue re e sul Paese delle Grandi Donne, e risulta che fosse l'unico in grado di fermare le armate mongole ai confini d'Europa. La lettera, datata 1165 d.C., contiene ogni forma di creatura possibile: niorittori, cammelli bianchi, lupi bianchi, leoni neri o rossi o maculati e grandi come bufali, grifoni, tigri, unicorni (bianchi - ritenuti i più forti -, neri e fulvi), ma anche fenici e sagittari. Oltre alla tradizione classica, molto importante è quella cinese, secondo cui l'unicorno sarebbe uno dei quattro animali bene augurali (per esempio la sua apparizione risulta annuncio della nascita di un re virtuoso) con drago, fenice e tartaruga, e vivrebbe mille anni circa. A differenza della tradizione occidentale, si presenta con corpo di cervo, coda di bue e zoccoli di cavallo; cinque sono i colori che lo contraddistinguono ed è, per indole, innocuo.

La fenice
Decritta con le fattezze d'aquila ed il piumaggio rosso-dorato, è una delle creature fantastiche più simboliche fin dall'antichità. La fenice è immortalità [E3] [F2] ; è la risoluzione del binomio vita-morte attraverso la resurrezione, e questo tocca tutte le culture, se possibile l'uomo in quanto tale: sia che abbia vissuto nel faraonico Egitto, sia che abbia assistito all'apertura del Sacro Sepolcro dopo la crocifissione di Gesù Cristo.

Il drago [E4] [F3] [F4]
Anche nel caso del drago esistono differenti tradizioni mitologiche e leggendarie. La prima evidente bipartizione è quella che pone da un lato la cultura orientale, dall'altro quella occidentale che fa capo sia alla culla classica greo-romana sia all'epica celtica.
Le forme di rappresentazione più frequenti risalgono all'iconografia medievale; qui il drago compare con le fattezze di un rettile coperto di scaglie, con ali di pipistrello, testa di cavallo, lunga coda e ampie fauci da cui sputa fuoco. La sua presenza risulta fin dagli antichi egizi, così come nei persiani (lo si trova nelle insegne militari), nelle coorti romane o nella cultura bizantina. Se in un primo tempo la sua figura aveva un'accezione benefica, la somiglianza con il serpente ha fatto sì che il Cristianesimo vedesse in lui l'incarnazione del male; forza tenebrosa da sconfiggere, governa le montagne e lo si trova spesso guardiano di tesori o rapitore di fanciulle da salvare. Molti gli eroi e i cavalieri che si sono confrontati con il drago: alcuni mitologici, ma non potevano mancarne altri cristiani (San Giorgio tra tutti), nè alcuni dell'epopea nordica, come Sigfrido che, ucciso il drago, conquisterà l'invulnerabilità (almeno parziale) tergendosi del sangue di questo animale.
Di segno opposto è la tradizione culturale cinese (e orientale in genere), che considera il drago uno dei quattro animali magici nonchè uno dei simboli dello Yang, principio che corrisponde alla luce, al calore e alla luce.

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Edurete.org Roberto Trinchero