I paesi del Maghreb di Maria Vittoria Coggiola

COSTUME: Lingua - Religione

Lingua:

è uno dei supporti più forti dell'identità di un popolo, in particolare di quello nordafricano, dell'appartenenza al Maghreb. I paesi arabi hanno proprie lingue orali, con numerose connotazioni dialettali, spesso reciprocamente incomprensibili, legate a diverse realtà linguistiche, caratterizzate da evoluzioni continue nel tempo e nello spazio. Esse rispondono ancor oggi alle necessità di comunicazione nella vita quotidiana, sia per le persone colte sia per gli analfabeti. Oltre a dialetti berberi, vi è il francese come lingua dell'"acculturazione" [I] [S] , ovvero quella del progetto che è stato disegnato su grandi aree, a vasta scala, l'imposizione di un modello su un altro. Da una parte c'è quindi la tendenza a salvaguardare la "biodiversità"linguistica, dall'altra questo costituisce una barriera, un limite, un confine che separa questi gruppi, in quanto le lingue africane sono ritenute poco adatte alla comunicazione delle conoscenze moderne come nuove competenze tecniche, scientifiche e manageriali. Per questo motivo le popolazioni fanno riferimento ad un'unica lingua scritta, l'arabo classico.

Lingua araba. [S]

La lingua araba si è presentata infatti, sin dall'inizio dalla sua diffusione in duplice forma: da una parte vi era quella scritta, colta, che è rimasta sottomessa per secoli a norme intangibili per assicurare la diffusione del messaggio coranico e dei valori della civiltà arabo-musulmana; a questa forma si dà generalmente il nome di arabo classico o letterario; dall'altra si sono appunto sviluppate le lingue orali legate ad un'esigenza comunicativa. Dalla fine del XIX secolo, grazie all'impulso delle élite modernistiche del Medio Oriente, l'arabo scritto ha conosciuto un forte rinnovamento,trasformandolo così in una grande lingua di civiltà moderna , in grado di garantire la comunicazione tecnuica e culturale. Questi interventi hanno modificato anche il rapporto tra l'impiego scritto e le varianti orali; così in ogni situazione linguistica si creano livelli interemdi: da un lato c'è la lingua araba"mediana", utilizzata dalla stampa, dai mezzi audiovisvi e nelle comunicazioni formali degli strati colti della popolazione; dall'altro ha determinato gli usi formali delle varianti dialettali.

Religione [F] :

espressione fondamentale dell'identità culturale di un popolo, in quanto serve a disegnare una nuova progettazione. Nel caso del Maghreb si è trattato della penetrazione profonda dell'ISLAM(sottomissione a Dio, -Allah-) attraverso il Nord Africa. Dopo la morte di Maometto, profeta cui venne comunicato dall'arcangelo Gabriele il Qur'an - il Corano - ed affidato il ruolo di profeta (colui che doveva diffondere il messaggio di Allah - Dio - tra le genti), iniziò la conquista oltre l'Arabia da parte dei califfi, in particolare dell'Egitto e del nord Africa. Essi incontrarono la resistenza dei TUAREG e dei MAURI dell'Algeria, che si rifugiarono nelle zone montuose, rifiutando di farsi sottomettere. Si scoprì che l'elemento che teneva uniti popoli di culture tanto diverse era proprio l'adesione alla comunità dei fedeli. Ancora oggi, la loro religione, l'Islamismo, è il fattore principale di identità culturale.

IL CORANO

Il Corano, il testo sacro dei fedeli arabi, prescrive i dogmi fondamentali che prevedono, attarverso il rituale della preghiera, la professione di fede con il riconoscimento della missione del profeta Maometto. Il credente ha cinque obblighi fondamentali, chiamati i "pilastri"(arkan)dell'Islam, che sono:

  • shahada, o professione di fede, che consiste nella recitazione della formula "non vi è altro Dio all'infuori di Allah e Muhammad è il suo profeta"
  • salat, o preghiera che viene fatta cinque volte al giorno,all'alba, a mezzogiorno, a metà pomeriggio, al tramonto e alla sera, sempre rivolgendosi in direzione della Mecca; il credente, dopo aver compiuto le abluzioni di rito, si prostra, s'inginocchia, solleva le mani;
  • sawm, il digiuno, osservato durante il mese di Ramadan, un periodo di ascetismo e di meditazione, durante il quale ci si astiene, dall'alba al tramonto, dal mangiare e dal bere, dai rapporti sessuali e dal fumo;
  • zakat, elemosina, cioè l'obbligo della carità, una sorta di tassa da dare in base al proprio reddito;
  • hagi, o pellegrinaggio alla Mecca durante il dodicesimo mese lunare.
Se il credente ha i mezzi per farlo,deve compiere il pellegrinaggio almeno una volta nella sua vita. Indosserà allora un abito bianco, composto da due pezzi di stoffa senza cuciture; girerà intorno alla Kaaba sette volte in senso antiorario (tawaf); sempre sette volte farà la corsa rituale tra le due collinette vicino alla Mecca; lancerà delle pietre contro i pilastri che segnano i punti in cui il demonio apparve ad Abramo per tentarlo, ed infine sacrificherà l'agnello. La realizzazione di questo quinto dovere religioso non è facile, poichè il viaggio è molto costoso, ma esso costituisce un avvenimento importante nella vita del credente, conferendogli il titolo di hagi(pellegrino).

Confronto con un'altra grande religione monoteista: il Cristianesimo, diffusosi ai tempi dello stato romano, la cui regola fondamentale era l'amore di Dio nei confronti degli uomini e quello umano verso Dio, inoltre Gesù (figlio di Dio) aveva predicato la bontà anche nei confronti dei propri nemici.

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Edurete.org Roberto Trinchero