La condizione della donna nella famiglia dall'antichità ad oggi di Enrica Iozzi (iozzi@fauser.edu), Emanuela Coppa (ema@s-edp.it)

La donna e la famiglia nel mondo medievale

Donne in una società maschile

L’immagine della donna nel Medioevo si può dire che sia un prodotto della mentalità maschile.Benché poco visibile socialmente,essa era un’importante intermediaria: con i figli garantiva la riproduzione della stirpe e la trasmissione dei patrimoni accumulati. Nella società la non partecipava alla vita pubblica e le sue mansioni erano relegate alla cura della casa e dei figli. [S]

La sua rappresentanza giuridica era esercitata dal padre o dal marito. Ad influire sulla concezione medievale della donna influirono certamente le parole di S. Paolo che sanciva l’inferiorità della donna.

La Chiesa e l’aristocrazia, però, creano il culto di due definite tipologie femminili: la Vergine e la dama dell’amor cortese.Solo queste tipologie avevano una superiorità sull’uomo: oltre alla Vergine, che ovviamente è venerata dalla Chiesa e dai credenti, la dama aristocratica diventa la signora del cuore, la padrona dell’amante. Nel torneo il cavaliere serviva la donna eletta con la stessa umiltà con cui il vassallo serviva il signore.[I];[I];[F];

Il matrimonio e la famiglia

Nella società medievale il matrimonio aveva lo scopo di assicurare la discendenza e di migliorare e consolidare la posizione sociale ed economica della famiglia. Il matrimonio era un passo decisivo nella vita di un individuo:non era determinato dall’amore, ma da precise strategie di alleanze.La posizione che le donne dovevano occupare nel mondo dipendeva dagli accordi presi dai genitori. [EN];[F];

Si parla allora di “strategia matrimoniale”: nell’Alto Medioevo la ricerca del coniuge avveniva all’interno della stessa discendenza per evitare dispersione del patrimonio familiare; nel Basso Medioevo, invece, si cercavano parentele con i lignaggi prestigiosi, che consentissero un allargamento degli interessi economici e finanziari della nuova famiglia.[I];[EN];

Dopo aver raggiunto l’accordo si passa alle promesse verbali, attraverso la consegna dei pegni, l’anello, l’anticipo della dote, il contratto. Seguivano poi le nozze, mediante le quali gli sposi si insediavano nella nuova casa: il pane e il vino erano divisi con gli ospiti e un corteo accompagnava gli sposi verso la casa. Il rito nuziale era la conclusione di una trattativa: l’intervento della Chiesa aveva lo scopo di orientare la vita degli individui nell’intimo e nelle coscienze.[F];

Interessante è il contributo su questo tema della storica tedesca Claudia Spell che, negli anni ’90, considera il matrimonio dal punto di vista sociale. Esso è visto come un’unione contrattuale che, per motivi di durata della vita, non era destinato a durare a lungo, ma che doveva garantire la continuità della famiglia. La studiosa osserva come la maggior parte dei matrimoni durasse non più di dieci- quindici anni. Pur trattandosi di un semplice contratto di affari,alcune fonti dimostrano che non tutti i matrimoni erano senza amore e non tutte le mogli erano infelici.

Per la posizione sociale della donna, il concetto di maternità aveva una grande importanza, analoga a quella del matrimonio e della famiglia. Nelle famiglie, mettere al mondo figli ed allevarli era uno dei compiti principali delle mogli, un vero e proprio “mestiere”, in particolare nelle regioni del Mediterraneo. Un matrimonio riuscito doveva essere ricco di figli, una buona moglie doveva essere madre. [F];[S]

I lavori femminili

Per quanto riguarda i lavori femminili, nelle botteghe cittadine, verso la fine del Medioevo, si trovavano molte donne lavoratrici: merciaie, venditrici di merletti, guanti, cinture, borse,cappelli, tessitrici di lana, canapa e seta. Spesso gli atteggiamenti degli uomini ai lavori femminili era sfavorevole: per esempio nel 1344 i cinturai di Londra stabilirono che nessun artigiano del settore permettesse a una donna di lavorare con lui, a meno che non fosse la moglie o la figlia

Il lavoro in bottega era un “secondo mestiere” che integrava il lavoro a casa. Tra le attività in cui era maggiore la presenza femminile troviamo il commercio nei mercati e la conduzione di locande e osterie. Nelle fonti vengono citate donne impegnate in numerosi lavori in campagna: ad eccezione dell’aratura dei campi, esse erano impegnate nella coltivazione di piselli e fagioli, nella battitura del grano, nella costruzione di covoni, nella tosatura delle pecore, nella raccolta di ortaggi e nella mungitura della mucche..[EN];

Nonostante questo, il ruolo della donna nel Medioevo era in famiglia e nel matrimonio; la donna viveva in una condizione di subordinazione all’uomo. Importante è sottolineare che il suo ruolo non era tanto riconosciuto attraverso il principio di autonomia personale, quanto attraverso il suo ruolo sociale.[F];[I]

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Edurete.org Roberto Trinchero