Sviluppo e sottosviluppo (con traduzione in francese e spagnolo) di Paola Alessandra Zappalà e Chiara Comoglio

Il commercio triangolare I

Questo periodo coincide con un forte incremento della domanda di schiavi da parte delle colonie britanniche nelle Americhe, che nell’arco di pochi decessi surclasserà quella europea.

Per tutto il XVIII secolo, l’Atlantico è attraversato dai vascelli europei che coprono le rotte del cosiddetto commercio triangolare [FR8] [FR9] [ES17] [FR6] [ES19] .

Il circuito vede le navi europee fare rotta verso le coste africane occidentali (nel tratto compreso tra Senegal e Congo) dove caricano schiavi, per poi salpare alla volta dei Carabi. Qui gli schiavi sono venduti (per il mercato sudamericano prima e poi in misura crescente, per colonie britanniche del sud) ed i proventi sono reinvestiti nell’acquisto di prodotti locali che, stivati nelle medesime imbarcazioni, sono riportati in Europa e venduti, per poi ricominciare il tragitto.

Il sistema si fonda sullo scambio di tre beni principali: zucchero, rum e schiavi. I distillatori europei producono il rum con lo zucchero dei Carabi. Le navi negriere europee, una volta sulle coste dell’Africa, scambiano il rum con gli schiavi, a loro volta scambiati nelle Americhe con lo zucchero caraibico e con il cotone delle colonie britanniche, cha va poi a rifornire l’industria tessile europea (prevalentemente inglese).

L’impatto demografico della tratta degli schiavi sul continente africano è ancora argomento controverso. Le stime più attendibili valutano in circa 10-12 milioni il numero di schiavi che lasciano l’Africa tra il XV e XIX secolo. Controverso l’impatto sulla dinamica demografica africana: si stima che in assenza di questa emorragia nel 1850 il continente africano avrebbe contato 50 milioni di abitanti invece dei 25 effettivi.

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Edurete.org Roberto Trinchero