La prevenzione HIV di Manuela Letizia

Gravidanza e concepimento

Se una donna sieropositiva è in gravidanza deve assumere dei farmaci per non trasmettere il virus al proprio bambino ed è più soggetta allo sviluppo di polmonite da Pneumocystis Carinii, infezioni genitali (che possono causare parti prematuri) e la rottura delle membrane amniotiche (che è associata ad un aumentato rischio di trasmissione perinatale dell’HIV poiché aumenta la durata dell’esposizione del feto alle secrezioni vaginali infette) [I1].
Per quanto riguarda i meccanismi della trasmissione del virus da madre a figlio, si è ancora incerti in particolar modo sulla percentuale di feti infettati in utero, anche se, per lo più, la trasmissione avviene al momento del parto. Il meccanismo di infezione fetale, durante la gravidanza, implica il passaggio di cellule infette materne o placentari o di virus liberi nel sangue del feto durante le contrazioni o per contaminazione con fluidi vaginali infetti durante il parto [E1] . Per ridurre il rischio di trasmissione madre – figlio, si è notato quanto sia meglio ricorrere al parto cesareo poiché evita il passaggio in vagina, riduce il passaggio di cellule infette nel sangue fetale diminuendo la durata del travaglio. Effettuare dunque il taglio cesareo ancor prima del travaglio può ridurre fino al 50% il rischi di trasmissione del virus HIV. Anche la durata del travaglio influisce moltissimo sull’incidenza di trasmissione dell’HIV, infatti se la rottura della membrana avviene quattro ore prima del parto, è maggiore il rischio che il bambino nasca contagiato a differenza invece di quelli che nascono entro le quattro ore.
L’assunzione di farmaci antiretrovirali durante la gravidanza e soprattutto durante il parto è di rilevante importanza in quanto riduce moltissimo il rischio di trasmissione, infatti una combinazione tra terapia antiretrovirale, taglio cesareo e allattamento artificiale può ridurre il rischio di avere un bambino infettato da HIV dal 30% a meno del 2% [E1] [Es1].
E’ bene sapere che tutti i bambini nati da madre sieropositiva sono sieropositivi fino a circa 18 mesi pur non essendo, in tanti casi, infetti. Ciò succede perché gli anticorpi di origine materna attraversano la placenta e sono rilevabili anche per molti mesi nel neonato sano. La presenza di anticorpi, dunque in questo caso, non è un problema.

La trasmissione madre-figlio

La trasmissione dell’infezione da madre a figlio avviene principalmente durante la gravidanza. Dal 15 % al 40% dei bambini, nati da madri infette, contrae l’infezione se la madre non si cura. Il 25% di questi vengono infettati in utero, il 55% durante il travaglio e il 20% durante l’allattamento (post partum). E’ importantissimo assumere farmaci antiretrovirali durante l’allattamento, in particolar modo subito dopo la nascita. Maggiore è il livello di HIV-RNA plasmatici della madre e maggiori sono le possibilità di trasmissione del virus al bambino.

   35/38   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero