I giochi di squadra: il Calcio di Carla Deplano (carladeplano@libero.it)Cristina Montù (chryssy1977@libero.it)

INTRODUZIONE

Il calcio(EN2), in quanto strumento educativo, può essere utilizzato anche con i meno bravi che hanno poca coordinazione (ES2), che si orientano male nello spazio e nel tempo (I11), che hanno bisogno anche di imparare a rispettare gli avversari, ad autocontrollarsi, a cooperare con i compagni (F2). A noi interessa che siano coinvolti nell’attività ludico-sportiva il maggior numero di ragazzi, proprio perché la sua ampia gamma di ruoli offre all’individuo la possibilità di trovare un ruolo confacente alla propria personalità, può essere ben praticato da ragazzi alti o bassi, molto o meno dotati fisicamente, più o meno scoordinati e perfino più o meno intelligenti.

La scoperta di questo gioco non riguarda solo obiettivi sociali come la cooperazione, il rispetto dell’avversario, ecc… ma anche obiettivi psico-motori.

Nel gioco del calcio sono presenti esercizi di psicomotricità (F3) così ricchi e completi da favorire particolarmente sia il miglioramento delle capacità individuali di orientarsi nello spazio e nel tempo, sia le conoscenze relative al proprio Io corporeo. Basti pensare alle capacità psico-motorie (relative a: coordinazione visivo-motoria; mantenimento dell’equilibrio in situazioni dinamiche; calcoli della velocità, della traiettoria, del punto di rimbalzo; della potenza con cui arriva il pallone e di quella complementare che deve essere fornita attraverso il calcio per rinviare il pallone alla distanza prestabilita; ritmo nell’esecuzione dei movimenti; cambiamenti improvvisi di ritmo; posizione del proprio corpo nel terreno di gioco; percezione dei propri segmenti corporei, ecc…) richieste da un tiro al volo (I12), un controbalzo, una rovesciata, una finta (EN3), un colpo di tacco, ecc…

Sulla base di queste ed analoghe riflessioni, ci siamo convinti, che il gioco del calcio, se formativamente inteso, può essere proposto fin dalla scuola elementare, sia per i maschi sia per le femmine, come un gioco propedeutico e di base anche per altre attività sportive. Esso ha proprio quelle caratteristiche di globalità e di gioco per il quale esiste una motivazione (I13) diretta da parte dei ragazzi, che vengono richieste all’inizio di ogni fase di apprendimento.

(I14)

Nella nostra proposta noi partiamo dal gioco del calcio nella forma globale per poi passare all’analisi dei fondamentali analitici.

In ogni caso, il gioco del calcio può essere tanto più proficuamente utilizzato come strumento educativo quanto più è reso dall’operatore scolastico, flessibile, utilizzabile in modi sempre diversi secondo le necessità. In altre parole è opportuno che l’insegnante inserisca le regole ritenute più adeguate per raggiungere gli obiettivi che esso ritiene fondamentali per la propria classe; per esempio vince la squadra che ha segnato con più giocatori diversi. Analogamente egli deve proporre esercizi individuali o giochi collettivi con la palla o partite nella misura e nella progressione ritenuta più adeguata agli obiettivi previsti in generale e per tutta la classe e in particolare per alcuni alunni (ad esempio per quelli meno abili sul piano motorio o diversamente abili (F4)).

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Edurete.org Roberto Trinchero