Traumatologia e Riabilitazione. Fondamenti e componenti del movimento umano di Maurizio Balla

Struttura, fibre, forme, organi accessori e funzionamento dei muscoli


Struttura

Lo scheletro,[E6] che con le sue varie parti entra in movimento a livello delle articolazioni, risente della sollecitazione di una coppia di forze, la contrazione muscolare e la gravità. Tendini più o meno lunghi, agendo come cinghie di trasmissione, conducono la forza dell’apparato locomotore attivo anche alle più distanti porzioni scheletriche. E’ quindi corretto definire i muscoli come i “motori” dell’apparato locomotore passivo.[I1] [E3] [E2] [E4] [E5] [F1] [F2] [F3] [F4] [F5] [F6] [M2]
Ogni muscolo reagisce ad uno stimolo di natura meccanica, elettrica, chimica o ad un impulso trasmessogli dal sistema nervoso. In seguito a ciò si accorcia e avvicina quindi le porzioni ossee fra le quali è posto. Il tessuto muscolare si presenta in diverse varietà dotate di caratteristiche strutturali e fisiologiche diverse fra loro.
Tre sono i tipi di tessuto muscolare (liscio, striato scheletrico, striato cardiaco), ma viene qui preso in analisi solo il tessuto muscolare scheletrico in quanto fondamentale in rapporto alla traumatologia ed alla riabilitazione di distretti articolari.

Il tessuto muscolare striato scheletrico è individuabile come una struttura fascicolata composta di acqua (70-80%), elettroliti (3-4%) e proteine (15-20%). Questi rapporti possono subire modifiche nel corso della crescita nonché subire l’influenza del tipo di alimentazione, ma soprattutto quella della regolare attività fisico sportiva e delle condizioni di allenamento.


Fibre

Le fibre muscolari, strutture cilindriche sottili ad andamento longitudinale, rappresentano l’unità basilare del muscolo scheletrico e sono composte da proteine definite actina e miosina e da idrolisi di ATP grazie alla quale può attuarsi la contrazione muscolare. Tali fibre costituiscono nella loro totalità il vero e proprio muscolo scheletrico. Le fibre terminano in un tratto di tessuto connettivo molto resistente all’estensione: il tendine, ovvero il collegamento fra muscolo e osso. Ove i tendini presentano una sezione molto piccola rispetto alla prestazione muscolare che devono trasferire allo scheletro risultano murati direttamente nella sostanza ossea. I muscoli scheletrici risultano dunque composti da miofilamenti che si aggregano in miofibrille che rappresentano la vera e propria sostanza contrattile. Esse si raggruppano in fibre vere e proprie che danno così vita a fasci muscolari. Le fibre dei muscoli scheletrici umani vanno suddivise in due tipi che differiscono per quanto concerne la specifica potenzialità.

1) Le fibre veloci (fast-twich-fibres) sono grandi, con spesse superfici, povere di capillari, che si contraggono rapidamente ed altrettanto rapidamente si affaticano e sono caratterizzate inoltre da un elevato tono.
2) Le fibre lente (slow-twich-fibres) sono sottili, ricche di capillari, caratterizzate da contrazione lenta, notevole resistenza alla fatica e basso tono. La distribuzione delle fibre muscolari nell’uomo evidenzia come l’organizzazione dei singoli muscoli scheletrici rifletta la loro dipendenza da una determinata funzione.

Nell’ambito sportivo ad esempio atleti sottoposti a training di velocità e potenza presentano una elevata percentuale di fibre veloci.


Forme

Pur modificandosi nel corso del movimento, i muscoli presentano alcune forme tipiche. Si distinguono così muscoli lunghi, brevi, anulari e larghi. I primi sono prevalentemente localizzati, come formazioni fusiformi, nella muscolatura degli arti. Le parti terminali del muscolo vengono generalmente definite origine e inserzione.

Origine è il punto di terminazione del muscolo allo scheletro, che si trova più vicino al tronco ed è quindi relativamente meno mobile.
Inserzione rappresenta invece il punto di fissazione allo scheletro più distante dal tronco e perciò più mobile.

Origine ed inserzione avvengono normalmente mediante tendine o aponeurosi. Dall’analisi dell’attività motoria si rileva spesso come i muscoli possano contrarsi in modo tale che i punti di origine e di inserzione si scambino. Ad esempio quando si compiono flessioni delle braccia alla sbarra si ha alternanza di origine e inserzione, in quanto i muscoli flessori dell’avambraccio avvicinano il torace alle braccia. Ne consegue che le definizioni di origine e inserzione non hanno valore assoluto per quanto riguarda i movimenti svolti.


Organi accessori

Ogni muscolo è in rapporto con particolari organi ausiliari suddivisi in estrinseci (terminazioni nervose motrici e sensitive, vasi sanguigni) e intrinseci (tendini, aponeurosi). I tendini sono formati da fibre collagene relativamente inestensibili, in cui si trovano nervi e recettori nervosi. Il tessuto connettivo del tendine presenta una forte adattabilità alle diverse sollecitazioni funzionali. Il rapporto tra muscoli e tendini è estremamente variabile ed è in relazione con i compiti specifici dei muscoli stessi.

1) Muscoli fusiformi: hanno forma semplice. Il corpo muscolare, si assottiglia verso entrambe le estremità e passa quindi nel tendine. L’assottigliamento di tutti i muscoli fusiformi avviene per il fatto che alcune delle fibre ad andamento parallelo situate nel centro del muscolo continuano prima di altre nei tendini, i quali presentano una sezione più piccola. Esempio: bicipite brachiale
2) Muscoli unipennati: sono quelli in cui i tendini si attaccano al corpo muscolare in modo tale che i fasci brevi delle fibre muscolari si inseriscono ad angolo acuto lungo il tendine stesso,come a formare la metà di una piuma. Esempio: peroneo breve.
3) Muscoli bipennati: sono quelli in cui si ha l’inserzione bilaterale dei fasci di fibre muscolari , solitamente lunghe, su un tendine centrale. Esempio: retto del femore.

Le aponeurosi invece costituiscono involucri per muscoli o gruppi muscolari e servono inoltre all’apparato locomotore attivo quali punti di origine e inserzione. Nei punti in cui l’intero muscolo compie ampi spostamenti ed al fine di evitare al massimo gli attriti fra muscoli e con parti scheletriche, si trovano le borse mucose, o sinoviali, che offrono una funzione di cuscinetto.


Funzionamento muscolare

I motori dell’apparato locomotore passivo, cioè i muscoli, vengono innescati e dissinescati a contrarsi da stimoli nervosi. Le cellule nervose (situate nell’encefalo e in altri distretti corporei), le fibre nervose e le fibre muscolari si pongono reciprocamente in relazione per formare l’unità funzionale neuromuscolare.
Gli impulsi, provenienti dalle cellule nervose, giungono alle cellule motrici del midollo spinale e da qui, attraverso le fibre dei nervi motori, pervengono all’organo effettore, vale a dire al muscolo. La contrazione muscolare avviene solo quando l’impulso supera una determinata intensità. Ogni neurone motore forma insieme alle fibre muscolari da esso innervate,una “unità motoria”.
Le fibre di una singola unità motoria si accorciano sempre con la massima forza possibile. Più intenso è lo stimolo, maggiore è il numero di unità motorie reclutate che entrano in funzione e perciò maggiore sarà la forza della contrazione muscolare.


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Edurete.org Roberto Trinchero