Atletica leggera. I salti di Paola Roasio

IL SALTO IN LUNGO

Il salto in lungo (I1)(I2)(I3)(I4)(I5)(En1)(Es1)(F1), come la corsa, è una delle attività sportive più naturali; per ottenere dei buoni risultati è indispensabile possedere velocità e coordinazione. La muscolatura degli arti inferiori deve essere particolarmente sviluppata e attraverso l’allenamento è necessario imparare a imprimere al movimento del salto molta forza in un tempo brevissimo.

Il salto in lungo può essere suddiviso in quattro fasi:

1) La rincorsa, la cui lunghezza deve essere modificata in base alle abilità di accelerazione dell’atleta, che deve arrivare al salto con la massima velocità controllabile, cioè quella che gli permette di eseguire uno stacco efficace. Per un principiante la rincorsa è di circa 12-16 passi e verrà gradatamente allungata avendo l’accortezza di allungarla ogni volta di due o quattro passi in modo che l’allievo parta sempre avendo avanti sempre lo stesso piede. In campo femminile la rincorsa sarà leggermente più corta. Analiticamente può essere suddivisa in tre parti: una prima parte assai lunga di accelerazione, una seconda parte composta di 2/4 passi di mantenimento della velocità o di stabilizzazione della corsa per evitare un brusco passaggio dall’accelerazione allo stacco, una terza fase, composta di 2/3 passi, di caricamento ed impostazione dello stacco;

2) Lo stacco, che deve permettere di trasformare tutta la velocità della rincorsa in lunghezza di volo. Il piede di stacco compie un percorso più radente al terreno, il contatto avviene un poco più avanti rispetto al busto. L’allievo deve evitare ogni azione di contrasto eccessivo alla traslazione orizzontale. Per questa ragione il piede, dopo essere stato portato avanti, deve cercare di abbassarsi quasi volesse “graffiare” il terreno con un movimento dall’avanti all’indietro. E’ molto importante l’azione della gamba di slancio che tra il penultimo e l’ultimo passo deve chiudersi molto sotto il bacino in modo da essere poi portata in avanti alto, flessa al ginocchio. Per rendere meglio l’idea con i principianti, si può parlare di entrata nel salto: l’atleta deve comportarsi come se dovesse salire, con la gamba di slancio, su un gradino molto alto;

3) Il volo, che può essere effettuato in tre modi diversi. 1° il salto a raccolta in cui l’allievo si limita a portare la gamba di stacco in avanti per raggiungere l’altra gamba e preparare l’arrivo a terra. 2° il salto in estensione, o ad arco, in cui l’allievo distende la gamba di slancio verso il basso indietro per assumere, al momento del passaggio al punto più alto della parabola, un atteggiamento ad arco e, per portare le gambe avanti per preparare l’arrivo a terra, le fa passare entrambe per fuori basso. 3° il salto con passi in volo, in cui si ha una continuazione in volo dei movimenti della corsa da parte degli arti inferiori. Considerando che dopo lo stacco la lunghezza della traiettoria del baricentro del saltatore non può più essere variata, lo scopo dei movimenti che si compiono hanno l’unico scopo di mantenere il giusto equilibrio in volo, in modo da presentarsi in una posizione favorevole al momento dell’arrivo a terra;

4) L’atterraggio, che va eseguito toccando il suolo con i piedi e mantenendo il busto sbilanciato in avanti. Dapprima si innalzano le ginocchia, quindi si va a prendere contatto con il terreno distendendo quasi completamente le gambe propriamente dette (dal ginocchio alla caviglia). Il comportamento del busto è molto importante in quanto un suo prematuro o eccessivo abbassamento verso l’avanti provocherebbe un anticipo nella presa di contatto con il terreno (con conseguente accorciamento del salto). D’altra parte, un arretramento eccessivo provocherebbe la caduta all’indietro dopo l’arrivo a terra. Appena preso contatto con il terreno, per evitare di cadere all’indietro, l’allievo deve cercare un avanzamento a ginocchia piegate aiutandosi con l’azione delle braccia.

Occorre considerare anche l’azione degli arti superiori. Durante la corsa hanno una normale azione oscillatoria di equilibrio; al momento dello stacco modificano il loro assetto per compensare l’azione più violenta degli arti inferiori. Il braccio opposto alla gamba di slancio viene portato decisamente verso l’avanti alto in atteggiamento flesso. L’altro braccio, mediante una circonduzione per basso fuori dentro alt, compensa l’azione della gamba di stacco. La compensazione proseguirà nella fase di volo. Al momento della chiusura il braccio che ha effettuato la circonduzione raggiunge, dall’alto in avanti, l’altro braccio ed insieme vanno verso l’indietro per basso. Dopo che l’allievo ha preso contatto con il terreno, per aiutare l’avanzamento del corpo, vengono nuovamente portate verso l’avanti.

L’attrezzatura che occorre per praticare questo salto è composta da:

- una pedana (suolo piano e rettilineo);

- l’asse di battuta, dove va eseguito lo stacco (largo circa 20 centimetri);

- una buca con della sabbia per l’atterraggio.

Il regolamento delle gare prevede che:

1) ogni concorrente ha a disposizione tre prove per ottenere la misura migliore;

2) il salto è da considerarsi nullo se il piede, nel momento dello stacco, supera la linea segnata sul bordo dell’asse di battuta;

3) la misurazione del salto viene effettuata dal giudice valutando la distanza che va dall’impronta più arretrata lasciata sulla sabbia al momento dell’atterraggio, fino alla linea di stacco;

4) quando due o più saltatori ottengono la medesima prestazione, si decide la classifica sulla base del secondo miglior risultato fra le tre prove effettuate.

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Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero