Avversità ambientali di Mauro Ambrosini

Danni causati da fattori climatici

I danni da caldo diventano particolarmente gravi se accompagnati da carenze idriche. Infatti l'eccessiva calura, in presenza d'aria secca, determina una forte disidratazione delle piante, con conseguente appassimento. Il caldo elevato può portare a un arresto di sviluppo, il più delle volte temporaneo, che però diventa grave per giovani piante in semenzaio che, se non protette con stuoie o altro, disseccano al colletto. Nelle piante poste in vicinanza di muri, strade, o qualsiasi altro mezzo riflettente che aumenti il riverbero si possono avere scottature e bruciature sia sulle foglie che sui frutti.

I danni da freddo sono generalmente più diffusi e rilevanti. Le gelate provocano una fuoriuscita dell'acqua cellulare che, all'abbassarsi della temperatura, si solidifica negli spazi intercellulari provocando un'azione meccanica di rottura delle cellule. Il danno si completa in fase di disgelo per il mancato riassorbimento dell'acqua da parte delle cellule e per la disorganizzazione dei tessuti. Infatti i tessuti erbacei, colpiti da gelate, dopo il disgelo sembrano lessati e quindi disseccano.

I danni da freddo assumono diverso significato a seconda della specie, della cultivar, dello stato sanitario e nutrizionale della pianta, dell'esposizione, dell'epoca in cui si verifica la gelata e della sua durata e intensità.

Il danno da grandine è particolarmente grave per le colture arboree nelle quali, oltre alla perdita e al deprezzamento del prodotto, si hanno scarse produzioni di sostanze di riserva, dovute alla perdita delle foglie, e probabili attacchi parassitari, cosa deleteria soprattutto nei giovani impianti.

I maggiori danni dovuti al vento si hanno in seguito al ripiegamento a terra della vegetazione erbacea (allettamento), alla rottura di rami o allo sradicamento di alberi[F1]. Il forte vento che soffia in direzione costante deforma la chioma degli alberi e abbatte le piante erbacee. In particolari condizioni si può avere una forte erosione del suolo, con conseguente trasporto di terreno, disseccamento del suolo e la traspirazione delle piante che, nella stagione secca, può portare all'appassimento (stretta dei cereali).

L'inquinamento dell'aria, dovuto all'anidride solforosa ed agli ossidi di azoto comporta, sotto l'azione delle radiazioni solari e in presenza di vapore acqueo, la loro trasformazione in acido solforico e acido nitrico che ricadendo con la pioggia la rendono acida. I danni che ne derivano sono gravi nelle zone alpine a carico delle conifere.

L'eccesso di azoto distribuito alle colture sia sotto forma minerale sia sottoforma organica (reflui zootecnici)ha favorito il fenomeno dell'eutrofizzazione delle acque, dovuto ad un incremento di sostanze nutritive (anche di fosforo)che determinano un forte sviluppo di alghe ed erbe acquatiche sulla superficie marina impedendo lo sviluppo di altre forme di vita.

L'indiscriminato uso di diserbanti ed antiparassitari ha aumentato il rischio per la salute dell'uomo e ha inquinato fiumi e falde profonde che rappresentano la principale fonte di approvigionamento di acqua potabile.

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