Pericoli elettrici di Dario Sabato (dariosabato@fastwebnet.it), Emanuele Leone (emanuele.leone@inwind.it), Giuseppe Gilardi (gilgiuseppe@yahoo.it)

2.6 Curva sui limiti di pericolosità della corrente

02_6 Limiti di pericolosità della corrente Nel caso, generalmente più frequente, di contatto esterno con corrente alternata a frequenza di 50 - 60 Hz, i valori limite illustrati nei punti precedenti si possono così riassumere:

  • per correnti fino a un valore convenzionale di 0,5 mA (soglia di percezione) il passaggio di corrente non provoca alcuna reazione, qualunque sia la sua durata;
  • per correnti fino a 10 mA (limite di rilascio), di durata qualsiasi, non si hanno in genere effètti fìsiopatologici pericolosi e il soggetto è sempre in grado di staccarsi dal contatto; tale valore si può considerare come il limite di pericolosità convenzionale;
  • valori di corrente superiori a 10 mA non producono ancora enetti fisiopatologici pericolosi e si è in grado di staccarsi dal contatto, a patto che la durata sia contenuta entro limiti decrescenti all'aumentare della corrente; per esempio, con corrente di 50 mA è ammissibile un contatto di durata non superiore a 0,1 s;
  • correnti maggiori producono enetti sempre più gravi, quali difficoltà di respirazione, asfissia, blocco respiratorio, fibrillazione ventricolare con probabilità d'innesco sempre maggiore; all'aumentare della durata del contatto la pericolosità aumenta, nel senso che diminuisce la corrente necessaria a produrre i vari effetti.
I punti precedenti sono stati riassunti in un grafico tempo-corrente di pericolosità convenzionale della corrente elettrica. [IT1]  [ES1]

Zone di pericolosità convenzionali 60 Hz

Il grafico considera una durata minima di contatto di 10 ms, corrispondente a una semionda alla frequenza di 50 Hz; per valori minori la corrente è'da considerare impulsiva e le conclusioni prima esposte non sono più valide. Le varie linee dividono il piano cartesiano in quattro zone.

Zona 1: delimitata dalla retta a corrispondente all'intensità di corrente 0,5 mA; fino a tale valore non c'è nessun limite di tempo e normalmente non vi sono reazioni al passaggio della corrente, qualunque sia la sua durata.

Zona 2: corrisponde alla soglia di tetanizzazione. Quando le coordinate del contatto (corrente e tempo) individuano un punto di questa zona non si ha abitualmente alcun effetto fisiopatologico pericoloso. Dal grafico si nota che quando la durata del contatto tende a tempo infinito, l'intensità tende a 10 mA. Questo significa che il valore di 10 mA risulta convenzionalmente non pericoloso qualunque sia la durata, ragion per cui è stato assunto come il limite di
pericolosità convenzionale precedentemente citato. Superando tale valore la durata deve diminuire, per evitare effètti pericolosi.

Zona 3: In questa zona possono verifìcarsi effetti fìsiopatologici, generalmente reversibili, come contrazione muscolare, difficoltà di respirazione, disturbi cardiaci Essa è da ritenersi già pericolosa: infatti la tetamzzazione, impedendo il rilascio del contatto, ne fa aumentare la durata e, se si supera il tempo limite, si entra nella zona della fìbrillazione cardiaca.

Zona 4: In essa si innesca la fibrillazione. Effetti fisiopatologici, come arresto cardiaco, arresto respiratorio e gravi
ustioni, possono presentarsi all'aumentare della corrente e del tempo.

Nel caso della corrente continua le zone di pericolosità convenzionale sono riportate nella figura in basso, simile al caso esaminato sopra, ma caratterizzato da valori diversi.

Zone di pericolosità convenzionali continua

  • Zona 1: generalmente non si ha nessuna reazione al passaggio della corrente elettrica, fino alla soglia di percezione di 2 mA.
  • Zona 2: la corrente viene avvertita mediante una sensazione di calore, ma non si ha normalmente alcun effetto fisiopatologico pericoloso e si è in grado di rilasciare la presa. Il tratto verticale indica il valore di non pericolosità convenzionale, per il quale la corrente non è pericolosa, qualunque sia la durata.
  • Zona 3: abitualmente non si ha nessun danno organico. Aumentando l'intensità della corrente è il tempo di contatto diventano probabili disturbi reversibili nella formazione e conduzione degli impulsi nel cuore.
  • Zona 4: vi è probabilità di fibrillazione ventricolare crescente allontanandosi dalla curva limite. Con l'aumentare della corrente e del tempo di contatto, possono avvenire altri effetti fìsiopatologici, come gravi ustioni, in aggiunta a quelli della zona 3.
Si può sintetizzare le conseguenze del passaggio della corrente elettrica alternata nel corpo umano
corrente alternata nel corpo umano

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