Aspetti di civiltà latina nell'opera del poeta Marziale di Cristina Venturino

EPIGRAMMA IX, 82, LO SCIALACQUATORE: IL SISTEMA MONETARIO

In questo componimento (82° del 9° libro) viene presentato il tipo opposto rispetto a quello dell’epigramma precedente: Munna, infatti, è uno scialacquatore che, timoroso di arrivare alla morte senza essersi goduto la vita, in meno di un anno dà fondo a tutti i suoi averi, destinando se stesso a morire di fame.

Dixerat astrologus periturum te cito, Munna, / nec, puto, mentitus dixerat ille tibi. / nam tu dum metuis ne quid post fata relinquas, / hausisti patrias luxuriosus opes / bisque tuum deciens non toto tabuit anno: / dic mihi, non hoc est, Munna, perire cito Aveva detto un astrologo che saresti morto presto, Munna, né quello te l’aveva detto mentendo, penso. Infatti tu, mentre temi di lasciare qualcosa dopo la morte, hai dissipato, amico del lusso quale sei, le ricchezze paterne, e i tuoi due milioni di sesterzi si sono consumati in meno di un anno: dimmi, Munna, questo non significa morire presto? [F1, ep. 83]

Bis … deciens, "due milioni di sesterzi": si tratta di monete [I1] [E1] [F1] [Es1] coniate, in età repubblicana, in argento, con valore pari a un quarto del denario. Con la riforma monetaria di Augusto divennero monete di oricalco (lega di rame e zinco), sempre equivalenti a un quarto del denario. Durante l’impero ebbero grande importanza sia dal punto di vista economico sia da quello tipologico, per la varietà e la complessità dei tipi su di essi raffigurati. La loro coniazione fu infine sospesa con il regno di Gallieno (253–268 d.C.). A Roma l'uso della moneta si diffuse nel IV sec. a.C., dapprima sotto forma di bronzo non coniato usato come mezzo di scambio a peso, poi di barre o formelle di metallo fuso sulle quali era impresso un contrassegno; altre monete (sempre di bronzo e non coniate) ebbero invece forma lenticolare. La prima moneta vera e propria fu l'asse (sempre in bronzo), di circa 273 grammi, suddiviso secondo un sistema duodecimale (l'oncia, ad esempio, equivaleva a 1/12 dell'asse); al diritto compariva la testa di una divinità e spesso il segno del valore, che si trovava anche al rovescio insieme alla prora di una nave. Nel III sec. a. C. comparve la moneta in argento e l'unità monetaria fu da allora costituita dal denario, corrispondente originariamente a 10 assi; le monete recavano spesso al diritto l'immagine di Roma (personificata) di profilo, al rovescio quella di altre divinità. Alla metà del II sec. a.C. il denario corrispondeva a 16 assi: da allora il sesterzio sostituì l'asse come moneta di conto (equivaleva a 4 assi, quindi a un quarto del denario, come si è detto). Nel I sec. a.C. si affermò la moneta d'oro: il denario d' oro, o aureo, corrispondeva a 25 denari d'argento. Cesare, per primo, volle sulle monete la propria effigie: a partire da Augusto al dritto fu impresso il ritratto dell'imperatore (e vi furono effigiati anche membri della famiglia imperiale), al rovescio comparvero i temi più svariati, come scene mitologiche, avvenimenti storici, oggetti legati alla religione o alla vita politica, ecc... Durante l'Impero furono coniate nuovamente monete di bronzo, ma anche di oricalco e di rame.

Esercizi

  1. Come funzionava il sistema monetario romano? E quello del paese in cui vivi? Descrivilo brevemente.

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Edurete.org Roberto Trinchero