Atletica leggera. La corsa veloce di Nicoletta Leonetti

LA PARTENZA DAI BLOCCHI

La partenza più vantaggiosa, se eseguita correttamente, è sicuramente quella che viene effettuata con i blocchi[I1] [I2][I3][I4][F1][F2][F3][F4], in quanto essi aiutano a sfruttare pienamente la spinta dei piedi dell’alunno.
Al comando: “Ai vostri posti”[F1], l’allievo si porta sui blocchi entrando da dietro verso l’avanti e si sistema facendo aderire il piede che va sul blocco anteriore e poi quello che va sul blocco posteriore con il ginocchio corrispondente appoggiato a terra più avanti di circa 10 – 15 cm rispetto al piede anteriore. Le mani si dispongono dietro la riga in appoggio sui polpastrelli, formando tra il pollice e le dita un ponte ad arco. La distanza fra le mani è pari alla larghezza delle spalle o leggermente superiore (è consigliata quest’ultima) e le braccia sono poste perpendicolari rispetto al terreno o leggermente inclinate indietro. La testa è in posizione naturale con lo sguardo verso il basso sulla linea di partenza. Il ginocchio dell’arto posteriore è avanti di circa 10 – 15 cm. rispetto al piede anteriore. I blocchi si dispongono in modo che quello anteriore abbia un’inclinazione minore rispetto a quello posteriore (primo livello di inclinazione quello anteriore e secondo livello quello posteriore). Il primo blocco viene posto ad una distanza di circa 1 piede e mezzo dalla linea di partenza a 10 – 11 anni e di 2 piedi a 12 - 14 anni. Tra il primo e il secondo blocco vi è un piede di distanza. In alternativa si possono ricavare delle buche nel terreno che rispettino queste distanze. Gli errori più frequenti consistono nella sistemazione dei blocchi troppo vicini alla riga di partenza e troppo distanti tra loro; spalle rigide; posizione delle mani ed appoggio palmare; sguardo in avanti.
Al comando:“Pronti” si effettuano i seguenti spostamenti:
innalzamento delle anche ad una altezza leggermente superiore a quella delle spalle formando un angolo di circa 90° al ginocchio anteriore. Con gli alunni è opportuno iniziare con gli angoli più aperti (tra i 90° e i 100°) per evitare di richiedere uno sforzo che si ripercuote negativamente sulla dinamica e sulla fluidità della corsa stessa. L’angolo del ginocchio dell’arto posteriore è di circa 140° - 150°.
leggero avanzamento delle spalle rispetto all’appoggio delle mani, con spostamento di una parte del peso del corpo verso l’avanti.
caricamento dei piedi in modo che essi spingano contro i blocchi e vi aderiscano con maggior superficie possibile.
mantenimento della posizione del capo sul prolungamento del busto con lo sguardo verso il basso rivolto verso la linea di partenza.
In questo caso gli errori più frequenti sono le anche sono troppo alte o troppo basse.
Il primo errore, oltre a provocare un sollevamento del corpo anticipato, crea a livello degli arti inferiori una scarsa tensione che provoca una spinta inadeguata (in modo particolare dell’arto anteriore). Nel secondo caso gli arti inferiori subiscono un caricamento eccessivo che provoca al momento del via un movimento di spinta parziale e fuori assetto di corsa. In entrambi i casi si cercherà di far sentire la posizione corretta delle anche e si confronteranno i diversi risultati ottenuti nell’accelerazione. I piedi al pronti non spingono sui blocchi, rimanendo quindi scarichi. Questo provoca al via una trazione degli arti che non permetterà il completamento della spinta ripercuotendosi negativamente sui primi passi dell’accelerazione. Le braccia sono piegate al gomito, provocando un abbassamento delle spalle rispetto alle anche che determinerà una partenza problematica per l’equilibrio: questo problema viene quasi sempre risolto dal ragazzo con un rallentamento della partenza che permetta al corpo di raddrizzarsi trovando degli aggiustamenti per non cadere. Lo sguardo è rivolto avanti, provocando un allineamento spezzato al momento dell’estensione del corpo e un sollevamento anticipato del corpo durante la fase di accelerazione. A tale proposito si ricorda come gli esercizi visti nella prima e seconda fase della corsa possono aiutare gli alunni a comprendere correttamente l’allineamento della spinta e la posizione del capo.
Al comando:“Via”[F], che viene dato solo quando i ragazzi sono nella posizione del pronti “fermi immobili” per circa 1,5” – 2”, l’alunno, togliendo l’appoggio delle mani, viene proiettato verso l’avanti per l’azione esplosiva del caricamento degli arti inferiori e immediatamente deve trovare la coordinazione tra arti inferiori e superiori. L’estensione dell’arto in appoggio sul blocco sarà completa e la flessione dell’arto libero ampia. Gli alunni, rispetto agli atleti, si portano più velocemente nella posizione del pronti e tendenzialmente rimangono fermi per minor tempo, pertanto, per evitare di effettuare delle partenze false o non corrette o comunque per non richiamare continuamente l’attenzione degli alunni all’immobilità, si consiglia all’insegnante di anticipare il “via” di circa mezzo secondo e cioè di “sparare” dopo 1”, 1,5” dal “pronti”. Gli errori più frequenti sono:
la frequenza degli appoggi è eccessiva e l’alunno realizza una serie di passetti rapidi ma poco efficaci: questo errore spesso dipende da un innalzamento eccessivo delle anche al pronti. Per tale motivo sin dall’inizio si insisterà nel ricercare un completamento delle spinte a favore dell’ampiezza del gesto, trovando una frequenza che permetta uno sviluppo ottimale dell’accelerazione. Per meglio evidenziare questo aspetto si possono utilizzare dei segni a terra che indichino l’ampiezza del passo da realizzare nei primi 5-6 appoggi. E’ opportuno dopo questa correzione, realizzare delle partenze senza i segni a terra per stimolare l’allievo ad esprimere il giusto ritmo e verificare se è stata interiorizzata l’ampiezza del gesto.
l’uscita dai blocchi avviene con un allineamento spezzato tra arti inferiori e busto per cui il busto risulta troppo inclinato in avanti o troppo alto, creando una partenza con una posizione di accelerazione non corretta.
l’uscita è caratterizzata da un balzello, con conseguente rallentamento del movimento per una permanenza eccessiva in volo. Il corpo si solleva rapidamente e l’accelerazione risulta compromessa. Per questi alunni è opportuno imparare ad utilizzare l’arto libero in coordinazione con le braccia esercitandosi a partire ad una velocità ridotta e migliorare la sensibilità in questa fase utilizzando partenze in opposizione al compagno o all’insegnante (da dietro con tenuta ai fianchi o davanti con opposizione alle spalle).
il sollevamento verso l’alto del piede posteriore dopo aver lasciato il blocco. In questo caso la spinta viene persa dietro, provocando un’azione successiva di appoggio a terra di tipo pendolare con conseguente azione di frenata. Si consiglia di effettuare delle uscite dai blocchi con l’opposizione di un compagno fermando l’azione alla completa estensione dell’arto in appoggio e alla flessione forzata dell’arto posteriore. Un altro esercizio può essere eseguito in piedi, senza blocchi e in appoggio con le mani al muro, effettuando un’azione di spinta dell’arto posteriore con ginocchio ben flesso verso l’avanti. Per chi possiede un traino (copertone o scatolone pesante) è utile eseguire la partenza in piedi in modo da sentire e sensibilizzare la spinta dell’arto posteriore da posizione inclinata in avanti. Anche la partenza in salita può aiutare a migliorare questa tendenza poco redditizia.[F]
l’azione non completa delle braccia. Le braccia hanno un ruolo fondamentale nell’equilibrio della partenza e nell’azione propulsiva: una volta staccate dal terreno devono effettuare un’azione energica, coordinata ed ampia in simultanea con gli arti inferiori, in modo da permettere un avanzamento ottimale. A proposito delle braccia è utile ricordare come esse assumano un ruolo fondamentale nella coordinazione del gesto della corsa[ES][E1][E2][F]e nell’espressione dei parametri della frequenza e dell’ampiezza del movimento. Basti pensare che per aumentare l’ampiezza del passo, in caso di frequenza eccessiva, si riesce a modificare il gesto con migliori risultati intervenendo sull’azione delle braccia che non su quella degli arti inferiori. Per facilitare l’apprendimento dell’utilizzo delle braccia si propone la partenza a tre appoggi con i due piedi sui blocchi e la mano corrispondente dell’arto posteriore a terra.

   4/11   

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Edurete.org Roberto Trinchero