L'intolleranza razziale antiebraica di Giovanni Lauretta (giovanni.lauretta@fastwebnet.it), Fulvia Dellavalle (fulvia_dellavalle@yahoo.it), Daniela De Luca (dana.dl@libero.it), Maria De Luca (deindeit@yahoo.it)

L'importanza delle parole

L’intolleranza razziale ha toccato e tocca molte persone ancora oggi. Prima di trattare il tema dell’intolleranza converrà definire il suo opposto, cioè che cosa si intenda per “tolleranza”. Il dizionario Treccani la definisce “la capacità, la disposizione a tollerare, e il fatto stesso di tollerare, senza ricevere danno, qualche cosa che in sé sia o potrebbe essere spiacevole, dannosa, mal sopportata”. Essa comprende ogni forma di libertà, morale, politica e sociale e prevede pluralismo dei valori, dei gruppi e degli interessi nella società contemporanea. Anthony C. Grayling ne Il significato delle cose (TEA 2007) osserva che nelle società attuali il razzismo è una realtà, ma il concetto di razza non ha fondamento biologico, essendo, in sé, un'invenzione. Lo scienziato naturalista Linneo, nel secolo XVIII, dice che la classificazione degli esseri umani in razze non aveva basi scientifiche. Nel corso dei secoli XVIII e XIX le potenze coloniali hanno dato un nuovo significato al termine “razzismo” con l'instaurarsi del modo di produzione capitalistico: il"razzismo scientifico", sottolinea che i diversi gruppi umani sono per natura differenti; in questo modo nel XIX giustifica colonialismo, imperialismo e sfruttamento delle terre colonizzate, giungendo a costruire una classificazione delle razze umane rigidamente divise in superiori (indoeuropee), intermedie (semitiche) e primitive. Si è tuttavia coscienti che si tratta di un pretesto per giustificare le ingiustizie commesse. Nel secolo seguente lo stesso Hitler si dichiarerà consapevole dell’inconsistenza del concetto di razza: “So benissimo che in senso scientifico non esiste nulla che corrisponda alla razza....”. Ragioni politiche,economiche e sociali lo porteranno tuttavia a negare quest’affermazione. Oggi, grazie all’analisi del DNA, sappiamo che non è possibile parlare di “razza”, poiché le differenze fisiche sono determinate dalla tipologia di clima e influenzate dall’eventuale isolamento di alcune popolazioni.

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