L'intolleranza razziale antiebraica di Giovanni Lauretta (giovanni.lauretta@fastwebnet.it), Fulvia Dellavalle (fulvia_dellavalle@yahoo.it), Daniela De Luca (dana.dl@libero.it), Maria De Luca (deindeit@yahoo.it)

Antisemitismo e dissenso verso la politica di Israele

Al tempo stesso, tuttavia, non mancano i segnali positivi. Vi sono nell’Unione Europea Paesi in cui si registra un numero di incidenti relativamente basso in tal senso e dove la popolazione ebrea locale non considera l’antisemitismo un problema; vi sono inoltre Paesi in cui gli atteggiamenti antisemiti tra la popolazione in generale sono in evidente calo, soprattutto tra i giovani. Si moltiplicano infine gli esempi di iniziative positive volte a contrastare l’antisemitismo, come i programmi destinati agli alunni delle scuole elementari, le iniziative di cooperazione tra ebrei, musulmani e cristiani, e – in taluni Stati membri – l’introduzione di una legislazione più severa nei confronti dell’antisemitismo e di chi lo promuove. Il Rapporto 2006 e il Rapporto 2007 ritornano insistentemente sul fatto che i dati raccolti dalla rete RAXEN non trovano conferme autorevoli nei dati ufficiali dei 25 paesi membri dell’Unione Europea, dove la raccolta avviene nei modi più disparati. Questa difficoltà ha indotto l’Unione Europea ad assumere molte cautele anche nei confronti dei dati raccolti dalla rete. Per questo motivo, sul controverso problema delle manifestazioni di intolleranza nei confronti di beni e di persone appartenenti alla religione ebraica, compresi quelli che sono invece riconducibili a manifestazioni violente di dissenso contro la politica del governo israeliano contro i Palestinesi, nel gennaio del 2008 la FRA ha pubblicato il Rapporto “Anti-semitismo” [IT20], in cui sono evidenziati in modo distinto e separato i dati ufficiali di nove Paesi europei e i dati raccolti dalla rete REXEN, negli anni tra il 2001 e il 2006. Il Paese in cui, nel periodo considerato, si è avuto l’incremento maggiore di atti criminosi classificati come “anti-semiti” è stata la Francia, dove le statistiche ufficiali registrano un incremento medio del 62,4%, anche se ogni anno i crimini commessi sono meno di mille. In Germania, invece, le statistiche ufficiali registrano un incremento minimo (+1,7%), ma gli atti criminosi superano quasi ogni anno le 1.500 unità. Nel Regno Unito i dati disponibili sono stati raccolti da una ONG e fanno emergere un incremento del 15,5% e un progressivo aumento dei casi che passano da 310 nel 2001 a 594 nel 2006.

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