L'Unione Europea di Annalisa Brunetti (annalisa_brunetti@yahoo.it), Domenico Di Lorenzo (domebike@yahoo.it), Daniela Cappa (daniela.cappa@alice.it)

La cultura romantica e l'eta' della Restaurazione: il destino dell’Italia nell’Ottocento.

L'età della Restaurazione[I1][I2][I3], inaugurata dal Congresso di Vienna (1814-15)[I1][I2][I3], conobbe un disegno d'ordine politico e di stabilità internazionale di cui si resero garanti le grandi potenze ma che non resse l'onda d'urto di insurrezioni nazionali, indipendentistiche e sociali che a più riprese ne scompaginarono il quadro. Processi di indipendenza e unificazioni statali (Grecia, Belgio, Italia, Germania) crearono un'Europa distinta in due settori: da una parte gli stati nazionali, retti perlopiù da monarchie liberali, dall'altra i tre grandi imperi tedesco, austro-ungarico e russo, aggregazioni multinazionali e plurietniche, tendenzialmente esposte a forme autoritarie del potere.

Intanto crescita demografica e sviluppo economico, indotto dall'industrializzazione, modificano la fisionomia sociale e materiale dell'Europa: nascono le prime città industriali, si affacciano alla ribalta storica il ceto medio ed il proletariato, si elaborano moderne ideologie e nuove forme di partecipazione che esprimono la transizione dalle società all’insegna dell’elitarismo alla società di massa.

Il 1848 mise in risalto, accanto alle aspirazioni nazionali, le brame sovranazionali ad un mutamento sociale: il socialismo diffuse le sue radici in Europa e, proprio alla vigilia delle rivoluzioni del ’48, comparve il Manifesto del Partito Comunista, pubblicato a Londra da Karl Marx e Friedrich Engels.

Il destino dell’Italia nell’Ottocento.

L’Italia fu una delle aree che più a lungo furono interessate dalla dominazione napoleonica. Le conseguenze politiche e sociali furono rilevanti: in tutta la penisola fu abolito il feudalesimo e, con l’introduzione del Codice Napoleonico[I1], istituite le scuole pubbliche e la sepoltura cimiteriale, molte terre ecclesiastiche furono poste in vendita, privatizzati i demani comunali, ristrutturate le amministrazioni statali. In realta’ ne trassero vantaggio soprattutto i ceti che furono i principali interlocutori del regime napoleonico e quindi, in linea con il suo moderatismo politico, la borghesia e la vecchia aristocrazia, i quali accrebbero le loro proprietà terriere, fornirono i quadri delle nuove amministrazioni, poterono far carriera nell’esercito napoleonico. Più contraddittorio il bilancio sul piano economico: le manifatture, già poco sviluppate, furono sacrificate agli interessi dell’industria francese e i porti soffrirono per il blocco continentale anche se bisogna riconoscere che l’Italia del Nord venne inserita nel più ampio mercato continentale e collegata con una nuova rete stradale a Svizzera, Germania e Francia. L’evento che innescò lo scatenarsi dei nazionalisti italiani fu il trattato di Campoformio[I1] [I2] [I3] nel quale Napoleone cedette la repubblica di Venezia all’Austria il cui disappunto e’ ampiamente esplicitato dal patriota e poeta italiano Ugo Foscolo[I1][I2] [I3] [I4] nell’incipit dell’opera “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”[I1]

Il Romanticismo[I1][I2][I3]corrente letteraria anzi artistica a cui Manzoni[I1][I2][I3]aderisce, si presentava in maniera diversa nelle varie nazioni e, spesso, all’interno della stessa nazione. In realtà, la maggior parte delle manifestazioni letterarie che si hanno negli anni ‘20 e ‘50 dell’Ottocento sono caratterizzate da motivi politici risorgimentali ed influenzeranno anche autori del dopo l’unità come Giosue’ Carducci, Francesco De Sanctis, Giovanni Verga.

In questo quadro anche il Risorgimento italiano[I1] [I2] [I3] dev’essere visto e spiegato come parte del cambiamento economico e politico sociale dell’Europa innescato dalla rivoluzione industriale[I1][I2] e dalla rivoluzione francese. La Rivoluzione Napoletana del 1820/21[I1] fu la prima spinta della piccola e media borghesia in questa direzione ma alla fine fu incapace di esprimere un proprio governo in quanto la rivoluzione fu strappata a coloro che la fecero e, al posto della Repubblica Partenopea difesa dal generale Guglielmo Pepe, con l’aiuto dell’Austria il vecchio Ferdinando di Borbone[I1] potè instaurare un regime poliziesco e di terrore. Il mancato rispetto delle etnie e delle nazionalità, la repressione delle esigenze liberali provocò come reazione l’attività cospiratrice di gruppi borghesi organizzati nella Massoneria[I1] e nella Carboneria[I1]: ondate di rivolta in Europa si ebbero in occasione dei moti del 1820-21, del 1830-31 e del 1848-49[I1][I2][I3]Proprio nel 1848 il re di Sardegna e del Regno d' Italia, Carlo Alberto di Savoia[I1], concesse lo Statuto Albertino[I1][I2], prima carta costituzionale italiana che rimarrà in vigore fino al 1 gennaio 1948 quando verrà formalmente adottata l'attuale Costituzione della Repubblica Italiana.

   7/26   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero