La nascita dei fascismi in Italia e Germania di Daniela Raimondo (raimondopatrucco@libero.it), Valter Balzola (), Rossana Denicolai ()

MARCIA SU ROMA

A partire dalla primavera del 1922 il fascismo si rese protagonista di vere e proprie operazioni militari, su scenari sempre più ampi, e lo "sciopero legalitario", proclamato dai sindacati per il 1° agosto, diede agli squadristi il pretesto per atteggiarsi a custodi dell'ordine costituito, scatenandosi contro sezioni di partito, sedi sindacali e giornali di sinistra.

La classe operaia uscì materialmente e moralmente sconfitta da queste vicende: per Mussolini la strada del potere era ormai spianata. Come sempre egli operò a due livelli: da una parte trattò con i potenziali alleati di governo, i liberali, rassicurò la monarchia, sconfessando le sue passate simpatie repubblicane e blandì gli industriali, promettendo loro sostanziosi vantaggi economici per il futuro. D'altra parte, però, continuò a sostenere gli squadristi, organizzati militarmente nella "milizia", progettando un'azione di forza, la Marcia su Roma.

I fascisti puntarono in armi verso la capitale per la conquista del potere. In realtà, come scrive lo studioso Adrian Lyttelton (“La vittoria fascista” in Storia del mondo contemporaneo, vol. III°), “la marcia su Roma fu un bluff colossale”: la città era difesa da dodicimila uomini dell’esercito che avrebbero facilmente disperso le bande fasciste, meno numerose e malamente armate. Invece, quando il Presidente del Consiglio Facta propose al re Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio, egli, adducendo svariati pretesti, si rifiutò di firmare l'ordine che, forse, avrebbe potuto risparmiare all'Italia tanti lutti, consegnando così la vittoria ai fascisti, che l'ottennero senza colpo ferire; il 30 ottobre il sovrano affidò a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo, nonostante “non fosse sorretto ancora da una effettiva maggioranza parlamentare” (Piero Aimo, “Stato e poteri locali in Italia”, Carocci 1998).

Il mito della rivoluzione fascista, che avrebbe imperversato per i successivi vent'anni, nasceva dunque da una guerra non combattuta, da una "Marcia" che si era quasi risolta in una gita romana anche se il duce aveva indubbiamente vinto la sua battaglia politica.

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