La nascita dei fascismi in Italia e Germania di Daniela Raimondo (raimondopatrucco@libero.it), Valter Balzola (), Rossana Denicolai ()

DELITTO MATTEOTTI

Le opposizioni si presentarono indebolite e divise all'appuntamento elettorale e, come se ciò non bastasse, i fascisti non rinunciarono ad esercitare le solite pressioni, con minacce e violenze sugli avversari.

In una tale situazione Mussolini non poteva che stravincere, ed infatti stravinse: il segretario del partito socialista unitario, l'onorevole Giacomo Matteotti, denunciò dai banchi della Camera i brogli fascisti, ma pagò con la vita il suo coraggio: dei sicari lo aggredirono, lo rapirono e lo uccisero a pugnalate. Il suo corpo fu ritrovato solo due mesi dopo e, sebbene gli autori materiali del delitto fossero individuati, non emerse mai il nome del mandante, anche se l'opinione pubblica non ebbe dubbi nell'attribuire la responsabilità al fascismo e al clima di violenza ed illegalità che si era instaurato.

Questa tragedia sembrò mettere in crisi il fascismo, che invece, dopo pochi mesi, ne uscì rafforzato. Le opposizioni, infatti, non seppero sfruttare il momento propizio organizzando forme di lotta attiva contro il governo e non riuscirono ad escogitare nulla di meglio che una sterile protesta: si ritirarono "sull'Aventino", rinunciando alla partecipazione ai lavori parlamentari, dando tempo a Mussolini di far dimenticare l'accaduto al paese.

Solo sei mesi dopo l'ondata di antifascismo montata nel paese era rifluita e Mussolini poté presentarsi alla Camera il 3 gennaio 1925 dichiarando chiusa la questione e minacciando apertamente le opposizioni:

"Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. […] Se il fascismo è stata un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! […] Il governo è abbastanza forte per stroncare definitivamente la secessione dell'Aventino."

Con questo discorso Mussolini gettò definitivamente la maschera: la repressione nei confronti degli antifascisti divenne sempre più violenta e scoperta.

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