La Malaria di Nadia Campofiorito, Battaglia Francesca (frabattaglia@tim.it), Deplano Carla (carla.deplano@googlemail.com)

Malaria

 

La malaria è la malattia parassitaria da protozoi più diffusa al mondo[I1][I2][E1][S1][F1]. Nelle aree tropicali e in particolare nell'Africa subsahariana uccide tuttora più di un milione di persone all'anno. La malattia è dovuta all'infezione di protozoi del genere Plasmodium che, attraverso un complesso ciclo vitale che richiede come ospite una zanzara del genere Anopheles, invadono e distruggono i globuli rossi dell'uomo.

Fin dall'antichità si riteneva che la malaria fosse provocata dalla “mala aria” prodotta dalle esalazioni dell’acqua stagnante delle zone paludose.

L'agente eziologico della malaria fu identificato dal fisiologo francese Alphonse Laveran che gli assegnò il nome di "oscillatorium malariae"[I1][E1], denominato in seguito "Plasmodium" dai malariologi italiani Ettore Marchiafava (1847-1935) e Angelo Celli (1857-1914)Durante una lunga permanenza in Algeria, Laveran aveva infatti messo in evidenza al microscopio la presenza di parassiti unicellulari nei globuli rossi di soggetti malarici.[I1] [E1] Nel 1907 Laveran  ricevette per la sua rivoluzionaria scoperta il premio Nobel per la medicina "in recognition of his work on the role played by protozoa in causing diseases"[E1][E2] [I1][F1][S1].

Negli stessi anni in cui Laveran identificava il plasmodio, il medico inglese Ronal Ross[E1] [E2][S1][F1][I1] iniziò ad interessarsi della malaria. Nel 1881 fu infatti chiamato a prestare servizio presso l'Indian Medical Service in India, dove dovette fare i conti con i diffusi problemi igenico-sanitari della regione. A quel tempo in particolare erano numerosi i decessi causati della malaria. Rientrato a Londra nel 1888 si iscrisse ad un corso di batteriologia e venne a conoscenza degli studi di Laveran e del medico Patrick Manson [E1][F1] che nel 1894 aveva per primo ipotizzato che il plasmodio fosse trasmesso all'uomo da una zanzara. Nel 1892 Ross fece ritorno in India per cercare di verificare gli studi di Laveran e Manson. Nel 1984 rientrò a Londra e dopo circa tre anni di ricerche riuscì ad identificare il ciclo vitale del parassita negli uccelli dimostrando che l’infezione malarica veniva loro trasmessa dalla puntura delle zanzare. Per aver messo in evidenza il ruolo delle zanzare nella trasmissione della malattia gli fu assegnato nel 1902 il Premio Nobel per la medicina "for his work on malaria, by which he has shown how it enters the organism and thereby has laid the foundation for successful research on this disease and methods of combating it"[E1][E2].

Tra il 1880 e il 1895, alcuni medici e zoologi italiani tra cui Angelo Celli, Ettore Marchiafava, Amico Bignami, Giuseppe Bastianelli, Camillo Golgi[E1][I1][I2] [S1][F1] e Giovanni Battista Grassi[F1] [I1][I2][E1] associarono a ciascun tipo di febbre malarica una diversa specie di Plasmodium. La malaria più grave detta “terzana maligna” fu attribuita a Plasmodium falciparum, una forma meno grave della malattia, “terzana benigna” fu attribuita a Plasmodium vivax; la febbre quartana fu attribuita a Plasmodium malariae. Un’ulteriore specie fu identificata in seguito e gli fu attribuito il nome di Plasmodium ovale.

Nel 1898 Grassi, Bignami e Bastianelli [E1]accertarono che la zanzara femmina (che necessita del pasto di sangue per la maturazione delle sue uova) appartenente al genere Anopheles trasmette la malaria trasferendo nel circolo sanguigno un parassita del genere Plasmodium, ospitato nella sua saliva.

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