Come costruire un progetto educativo di Fabia Facchinetti (facchinettifabya@libero.it), Anna Natella (anna.natella@lycos.it)

Progetto Assistenziale Disabili

Progetto assistenziale disabili

Progetto assistenziale disabili

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si intende per disabilità qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un'attività nel modo o nell'ampiezza considerati normali per un essere umano. Mentre l'handicap è la condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l'adempimento del ruolo normale per tale soggetto. L'handicap è la conseguenza di un deficit, non il deficit stesso.

L'handicap si può quindi ridurre:una persona con un handicap dovrà certo affrontare più difficoltà di un'altra per raggiungere l'obiettivo di una vita il più possibile autonoma e la società, attraverso le sue leggi e le sue reti di sostegno, ha l'obbligo di aiutarla a ottenere questi obiettivi.

In Italia la legge n.104 del 5 febbraio 1992 ha rappresentato una riorganizzazione della normativa esistente e la puntualizzazione importante di alcuni principi fondamentali come il diritto all'integrazione scolastica, lavorativa e sociale delle persone con handicap.

E' quindi estremamente importante che le famiglie in cui vi è una persona handicappata sappiano quali sono i loro diritti e cosa è necessario fare per potervi accedere.

Gli interventi di competenza del Servizio Sociale nell’area della disabilità sono i seguenti:

1.      Servizi generici

2.      Servizi alternativi al ricovero

3.      Inserimenti in strutture residenziali

4.      Inserimenti lavorativi

5.      Inserimenti scolastici

 

1 Servizi generici

Il Servizio Sociale partecipa alle seguenti commissioni e tavoli di lavoro che operano nell’area della disabilità:

-         U.M.H. Unità Multidisciplinare Handicap (attualmente incorporata nell’UVAP)

-         U.V.A.P. Unità di Valutazione delle Attività e della Partecipazione dei soggetti disabili.

 

U.V.A.P.

E’ una commissione composta da membri dell’ASL e del Servizio Sociale, preposta alla valutazione di tutti i soggetti disabili che richiedono un intervento di tipo socio-sanitario, al fine di individuare soluzioni progettuali adeguate che possano sostenere la famiglia ed evitare il più possibile l’istituzionalizzazione.

Recentemente l’UVAP ha assunto anche le funzioni di Unità Multidisciplinare, al fine di semplificare l’accesso alle prestazioni previste dalla normativa vigente.

 

2 Servizi alternativi al ricovero

Assistenza domiciliare

E’ un intervento di aiuto domestico prestato da personale professionale del Servizio Sociale, finalizzato a sostenere la persona disabile e la sua famiglia nello svolgimento delle incombenze della vita quotidiana e nel soddisfacimento dei suoi bisogni essenziali, favorendo il più a lungo possibile il mantenimento dell’autonomia personale e la permanenza nel proprio ambiente di vita.

L’intervento comprende prestazioni quali:

-         cura dell’igiene personale

-         aiuto per le attività domestiche

-         servizio di accompagnamento

-         commissioni e disbrigo pratiche

-         interventi socializzanti.

I destinatari sono persone in situazione di disabilità, che necessitano di un aiuto per poter rimanere presso il proprio domicilio.

 

Inserimento in centri diurni

I Centri Diurni sono presidi a carattere semiresidenziale nei quali vengono accolti disabili medio-gravi che necessitano di un costante sostegno assistenziale ed educativo. All’interno del Centro Diurno (e/o sul territorio), sulla base di progetti individualizzati, i disabili partecipano ad attività strutturate e laboratori finalizzati alla promozione, allo sviluppo ed al mantenimento di capacità ed autonomie personali. Il Centro Diurno prevede anche i servizi mensa, trasporto e soggiorno estivo.

I destinatari sono disabili ultra16enni con handicap psichico o psicofisico medio-grave; non possono essere accolti soggetti con patologie di tipo psichiatrico.

 

Assistenza socio-educativa territoriale

Sulla base di progetti educativi individualizzati, disabili minori e adulti possono essere inseriti in attività di laboratorio o attività territoriali risocializzanti, mirate a sviluppare capacità ed autonomie e a favorire l’integrazione sociale.

I destinatari sono disabili minori e adulti con handicap grave.

 

Affidi educativi

Si tratta di un intervento che ha una duplice finalità:

-         garantire al disabile occasioni e stimoli di socializzazione, integrazione, sviluppo delle proprie capacità e autonomie

-         sostenere la famiglia, assicurandole spazi di “sollievo” dalla gestione del figlio disabile.

I destinatari sono minori e adulti disabili, con gravi limitazioni dell’autonomia personale ed inseriti in situazioni familiari problematiche. I soggetti affidatari vengono individuati tra persone in possesso del titolo di O.S.S. (operatore socio-sanitario), di educatore o che abbiano almeno due anni di esperienza in campo socio-educativo.

 

Gruppi di Auto-Muto-Aiuto (A.M.A) per familiari di disabili

I gruppi AMA sono gruppi di sostegno per familiari di disabili, condotti da una psicologa coadiuvata da un operatore con funzioni di facilitatore.

I destinatari sono i familiari di soggetti disabili seguiti dal servizio sociale.

 

3 Inserimento in presidi residenziali per disabili

Le strutture residenziali accolgono soggetti disabili che non possono più permanere in famiglia o sono privi di riferimenti familiari. Questi presidi socio-assitenziali garantiscono cura e assistenza continuativa alla persona disabile 24 ore su 24 per tutto l’anno, ed al loro interno prevedono:

-         attività alberghiere

-         attività educative e riabilitative, individuali e di gruppo

-         socializzazione interna ed esterna alla struttura.

I destinatari sono disabili ultra sedicenni con handicap psichico o psicofisico medio - grave.

 

4 Inserimenti lavorativi

Il diritto al lavoro

Al compimento del diciottesimo anno di età si dovrà richiedere all'ASL territoriale di competenza la visita fiscale che attesti l'invalidità civile: questo documento conterrà la diagnosi, la percentuale di invalidità e le capacità lavorative.

Ci si può iscrivere alle liste speciali del collocamento anche prima dei 18 anni con la presentazione della Diagnosi Funzionale ma è poi necessaria una nuova iscrizione al compimento del diciottesimo anno di età, non appena in possesso di certificazione di invalidità.

La Provincia di Torino, al fine di promuovere il collocamento mirato, ha attuato diverse convenzioni con i SIL (Servizi di inserimento lavorativo) dei vari territori, servizi di competenza comunale che dovrebbero assicurare quel lavoro di rete sul territorio che permette di collocare in maniera corretta i disabili all'interno delle aziende.

 

S.I.L (Servizi di inserimento lavorativo)

Il servizio si prefigge l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità. Il SIL opera una funzione di mediazione fra la persona svantaggiata ed il mondo del lavoro, stabilendo opportune strategie per l’avvio di esperienze di apprendimento in concreti ambiti lavorativi.

I destinatari sono soggetti disabili in età lavorativa:

-         portatori di handicap psico-fisico, fisico o sensoriale;

-         portatori di handicap intellettivo di grado lieve e medio-lieve, ad esclusione delle patologie psichiatriche e tossicodipendenti.

Il servizio ha come finalità:

-         promuovere l’inserimento al lavoro delle persone disabili;

-         realizzare progetti di recupero e sviluppo delle capacità professionali e psicofisiche.

 

Il collocamento mirato

L'istituzione del collocamento mirato è un modo di fare collocamento che prevede, attraverso l'azione svolta dai Servizi per l'Inserimento Lavorativo (SIL) , il reale incontro tra capacità lavorative della persona con handicap e le esigenze e necessità delle imprese.

Operatori professionali specializzati nel settore dell'inserimento lavorativo dei disabili svolgono l'attività prevista dalla legge di collegamento tra la persona disabile (e la sua famiglia) e l'azienda e tutti gli altri servizi territoriali che fino a quel momento hanno seguito il disabile e i suoi familiari nel sostegno per una reale integrazione sociale e lavorativa.

 

5 Inserimenti scolastici

Il diritto all’istruzione

La legge 104/92 dà indicazioni precise sul diritto allo studio delle persone handicappate: in particolare si garantisce l'inserimento all'asilo nido per i bambini da zero a tre anni e il proseguimento degli studi fino all'università con i necessari supporti educativi e assistenziali.

Fino ai diciotto anni, per ottenere le agevolazioni previste dalla legge sul diritto allo studio è sufficiente la Diagnosi Funzionale (DF) fatta dalla neuropsichiatra dell'ASL di competenza o, nel caso dell'indennità di frequenza, essere riconosciuto dall'apposita commissione dell'ASL di competenza come minore con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell'età.

La documentazione (indispensabile il documento di Diagnosi Funzionale) deve essere presentata al momento dell'iscrizione in qualsiasi ordine di scuola. I genitori possono scegliere la scuola che ritengono più adeguata al proprio figlio.

Gli insegnanti di sostegno vengono assegnati annualmente alle scuole dalle Direzioni Regionali in base alle richieste delle scuole. In presenza di casi veramente problematici il rapporto insegnante/allievo handicappato può anche essere di 1 a 1 ma in questo caso la richiesta deve essere motivata da un preciso progetto educativo che attesti la gravità della situazione.

Per alcuni tipi di scuola superiore in cui sono presenti laboratori è necessario presentare il documento che attesti l'idoneità alla frequenza, rilasciata anch'essa dall'équipe multidisciplinare dell'ASL.

E' il Consiglio di Classe che prepara il progetto di integrazione in cui sono messi in evidenza gli strumenti, i materiali e gli ausili necessari.

I documenti fondamentali per la progettazione sono il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e il Piano Educativo Individualizzato (PEI) redatti nel rispetto delle scelte culturali e di vita della persona in difficoltà e della sua famiglia. La famiglia deve avere un ruolo attivo sia nella programmazione che nelle successive verifiche in itinere.

Dopo l'assolvimento dell'obbligo scolastico i ragazzi devono rimanere nel circuito scolastico-formativo almeno fino al compimento dei 18 anni. Tale obbligo formativo può essere espletato, per tutti e quindi anche per i ragazzi con handicap, in tre diversi canali:

-         nella scuola di stato;

-         nella formazione professionale regionale;

-         nell'apprendistato.

Ogni ragazzo è libero di scegliere il percorso che preferisce in base alle sue esigenze e attitudini e la legge garantisce anche meccanismi di passaggio da un sistema formativo all'altro.

 

Profilo dinamico funzionale (PDF)

Dopo un primo periodo di frequenza scolastica, in genere a novembre, i genitori, il referente del caso (il medico dell'ASL che segue l'alunno), il consiglio di classe e gli operatori, sulla base della conoscenza dell'alunno e del contenuto della Diagnosi Funzionale , concordano gli obiettivi didattici ed educativi e le proposte di attività che saranno programmate durante l'anno scolastico.

Dopo i primi sei mesi di scuola il gruppo tecnico verifica gli obiettivi che ha concordato e, se è necessario, provvede a modificarli.

 

Il ruolo dell'insegnante di sostegno

L'insegnante di sostegno ha le seguenti competenze:

-         conoscenze generali relative alla situazione di handicap;

-         competenze relazionali; sapere lavorare in team con gli altri operatori; facilitare il lavoro di rete tra operatori scolastici, extrascolastici, famiglie; svolgere attività di tutore e compresenza in classe;

-         competenze metodologiche;

-         competenze teoriche e applicative di contenuti.

 

Piano Educativo Individualizzato (PEI)

Il gruppo tecnico, tenendo conto delle indicazioni contenute nella Diagnosi Funzionale (DF) e nel Profilo Dinamico Funzionale (PDF), propone interventi integrati fra loro.

Il gruppo che redige il Piano Educativo Individualizzato (PEI) verifica anche il raggiungimento degli obiettivi previsti, in genere ogni tre mesi.

Gli studenti maggiorenni, che non sono interdetti né inabilitati, partecipano direttamente alla definizione del PDF e del PEI e li firmano. Qualora l'insegnante di sostegno non sia stato nominato la redazione del PEI è a cura del Consiglio di classe.

 

Diagnosi funzionale

La Diagnosi Funzionale (DF) viene redatta dall'équipe multidisciplinare territoriale.

Si tratta della descrizione della compromissione funzionale dello stato psico-fisico dell'allievo quando viene in contatto con la struttura sanitaria.

Contiene tutti gli elementi necessari per accedere agli interventi educativi, assistenziali e di sostegno previsti e deriva dall'acquisizione di elementi clinici psico-sociali.

 

Formazione professionale

La formazione professionale per i giovani che devono assolvere all'obbligo formativo è ora di competenza delle Province, le quali ogni anno devono emettere alcune direttive in base alle quali i singoli enti di formazione professionale istituiranno corsi finanziati dalle Regioni, se ritenuti idonei.

I ragazzi con handicap possono accedere al sistema della formazione professionale in due modi:

-         inseriti in corsi di formazione per tutti, se l'handicap consente loro di seguire in modo proficuo i normali corsi;

-         inseriti in corsi mirati, solitamente riservati a chi ha un handicap intellettivo medio-lieve e sufficienti capacità lavorative.

L'obiettivo di questi corsi è di verificare le capacità lavorative dei singoli, consolidare le conoscenze di cultura generale apprese nei precedenti percorsi scolastici, potenziare quelle abilità indispensabili per essere cittadini autonomi e futuri lavoratori.

Alla fine di questi corsi lo studente otterrà un attestato delle competenze acquisite e una relazione sul percorso svolto che dovrà servire come base di partenza per programmare futuri progetti di inserimento lavorativo.

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Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero