Miti e leggende di Luca La Grotta (lucalagrotta@infinito.it), Matteo Leonardi (aleonardim@tiscalinet.it), Cristina Merchiori (severnaja@libero.it), Elisa Rossi (elisaros2006@libero.it), Claudia Scaglia (siscla@libero.it).

APPLICAZIONI DIDATTICHE (§ 2 - 5)


Della valenza formativa del mito si è già avuto modo di discutere nella parte introduttiva. In questa sede si tenterà invece di fornire alcuni suggerimenti ed indicazioni operative circa possibili attività sul mito da proporre in classe [I1] [E1] [E2] [E3] [F1] [F2] [F3], naturalmente senza alcuna pretesa di esaustività, data la vastità della materia e le innumerevoli trattazioni cui si presta.


Ipotizzando che i destinatari dell'intervento didattico siano ragazzi di 11-13 anni, si potrebbe introdurre l'argomento chiedendo che cosa sia per loro un "mito" (attività di brainstorming iniziale, per una durata di ca. 15 minuti). A partire dalle risposte fornite dagli allievi, l'insegnante traccia alla lavagna una mappa mentale, che diventa via via più strutturata fino a trasformarsi in una mappa concettuale [I1] [I2] [F1].
A questo punto l'insegnante fornisce la definizione della parola "mito" e illustra che cosa si intende per "mitologia". E' probabile che già durante la fase iniziale, dedicata alla raccolta di idee sul mito, siano emersi (magari in forma un po' embrionale) personaggi e vicende che poi si avrà modo di approfondire meglio durante le fasi successive.

L'insegnante racconta agli allievi alcuni miti. Si potrebbe partire, ad esempio, dai miti di creazione: potrebbe essere interessante mettere a confronto quelli elaborati da popoli diversi [E1] [S1], individuando le differenze e anche gli eventuali elementi comuni (un percorso di questo tipo sarebbe utile per sensibilizzare gli studenti alla tolleranza e al rispetto per culture diverse, nell'ottica di un'educazione interculturale [E1]).
In alternativa, si potrebbe scegliere un diverso filo conduttore: ad esempio i miti legati a sentimenti/ ideali positivi, come l'amicizia, il senso di ospitalità, l'onore, ecc., oppure a pulsioni/ valori negativi, come l'invidia, l'odio, il desiderio di vendetta, e così via (in questo caso potrebbe essere proficuo indurre gli allievi a riflettere su situazioni simili a quelle narrate dal mito, ma rapportate alla vita reale, per renderli consapevoli del proprio sistema di valori).
Altre scelte potrebbero essere legate a percorsi interdisciplinari (ad esempio sul rapporto tra il mito e l'arte [F1] [S1], o magari sui nomi di pianeti e costellazioni [I1] [F1] [I2] [I3] [I4] [E1] [E2], in collaborazione con l'insegnante di scienze, o sui miti dell'oltretomba [E1] [S1], con l'apporto dell'insegnante di religione).
Ipotizzando che i miti narrati siano cinque, questa fase del percorso necessiterebbe di almeno sei unità orarie (l'ultima delle quali di lezione dialogata sul significato delle narrazioni ascoltate).

Come verifica formativa, si potrebbe chiedere agli allievi di rielaborare in maniera personale quanto hanno appreso, ad esempio disegnando (magari sotto forma di fumetto) uno dei miti trattati in classe, oppure costruendo a loro volta un mito, a partire da alcuni elementi (ad esempio il paesaggio, una figura di eroe, una divinità, una creatura fantastica). Avendo a disposizione un computer con connessione a internet, si potrebbero proporre agli studenti attività ludico-didattiche sul mito [E1] [E2] [E3] [F1] [F2] [S1], per accrescere l'interesse e stimolare la creatività.

La prova sommativa finale potrebbe invece consistere, ad esempio, nel raccontare per iscritto uno dei miti narrati dall'insegnante, individuando e rispettando le caratteristiche fondamentali del genere letterario (tempo e spazio indeterminati, presenza di eroi/ personaggi dalle qualità eccezionali, ecc.).
La valutazione degli elaborati si fonderà sui seguenti criteri:

  • correttezza formale (ortografica, sintattica, lessicale, ecc.);
  • completezza del racconto (che non dovrà tralasciare personaggi/ situazioni/ elementi essenziali per lo svolgersi delle vicende);
  • presenza delle caratteristiche peculiari del mito.

A conclusione del percorso, si potrebbe stimolare una riflessione sulle differenze tra forma orale e forma scritta (magari prendendo spunto proprio da un mito molto famoso, quello di Teuth, narrato anche da Platone): è probabile che svariati elementi delle narrazioni orali siano andati perduti durante la trascrizione, che altri se ne siano aggiunti e che, in generale, il racconto di uno stesso mito (fatto dall'insegnante) abbia dato origine a più trascrizioni diverse da parte degli studenti. Si sottolineerà, quindi, come la stessa cosa sia avvenuta anche nei secoli passati, con la trasposizione letteraria di quelle che in origine erano narrazioni orali: per questo motivo, dello stesso mito esistono sovente versioni diverse e talora discordanti.

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Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero