Sviluppo e sottosviluppo (con traduzione in francese e spagnolo) di Paola Alessandra Zappalà e Chiara Comoglio

I processi di indipendenza

Le prime élite africane formatesi nelle Università del vecchio continente, iniziano a mettere in discussione il radicato concetto di superiorità europea e quindi a mettere in discussione il dominio coloniale.

Dopo la II guerra mondiale, l’inserimento del diritto all’autodeterminazione della Carta Atlantica (1941) e la successiva Carta dell’ONU (1945) crearono grandi aspettative per un gruppo di dirigenti africani (Senghor, Kenyatta, Touré ecc).

Agli inizi, i nazionalismi africani risentono anche dell’influenza di Gandhi e della dottrina leninista, come forma organizzata per la mobilitazione di massa. Due correnti, il panafricanismo (politica) e la negritudine (culturale), ispirano il nazionalismo africano. Soprattutto a partire dagli anni ’50 un crescente impulso alla decolonizzazione arriva dagli USA e URSS entrambe decise ad eliminare la presenza europea in Africa, visti i nuovi assetti mondiali e la loro reciproca “spartizione” del mondo.

Nell’Africa subsahariana il processo di decolonizzazione è tardivo ma rapido. Inizia nel 1957 con l’indipendenza del Ghana (ex Costa d’oro), cui segue nel 1958 la Guinea francese. Nel 1960 ottengono l’indipendenza ben 15 stati tra cui Nigeria, Congo, Senegal e Somalia[FR15] [FR16] [IT13] [IT14] [ES21] [ES22] .

Particolarmente cruento il processo di decolonizzazione del Congo, ove nel 1960 in seguito alla dichiarazione di indipendenza segue una sanguinosa guerra civile ed il tentativo di secessione della ricca provincia mineraria del Katanga, fomentato dalle compagnie di sfruttamento belghe con invio di mercenari.

Dopo una lunga lotta, trovano l’indipendenza dal Portogallo sia Angola che Mozambico nel 1975. ultima roccaforte del potere inglese rimane l’unione sudafricana dove dagli anni cinquanta il regime dell’apartheid si è ulteriormente inasprito. Parziali aperture si hanno negli anni ottanta quanto il presidente de Klerk cerca di attenuare alcuni aspetti della segregazione ed inizia una serie di negoziati con il movimento antisegregazionista, il cui leader Nelson Mandela è eletto alla presidenza nel 1994 nelle prime elezioni democratiche del paese. [ES23] [ES24] [EN17] [EN30] [EN31] [EN32]

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