Riflessioni sulla lingua
Il momento della riflessione sulla lingua è uno strumento di conferma della competenza e delle abilità linguistiche. Questo aspetto dell’italiano non si può ridurre alla spiegazione episodica di una parola sconosciuta, né ad una meccanica consultazione del vocabolario, ma deve dar luogo ad un'attività programmata che tenga conto del gusto dell’alunno di giocare con la lingua, di scoprire relazioni tra forme e significati e di costruire catene di parole.
Occorre trovare il metodo per aprire la mente dei bambini evitando di sovraffaticarla, dal punto di vista cognitivo, con la somministrazione di nomenclature e di schemi troppo rigidi. Analisi grammaticale e analisi logica si pongono dunque come due direzioni indispensabili che indicano le possibili vie da seguire, senza escludersi l’una con l’altra, ma integrandosi a vicenda.
Lo scopo è quello di poter accedere alla riflessione in modo graduale, favorendo il passaggio da un uso spontaneo della lingua ad uno consapevole, in modo che l’acquisizione di una solida nomenclatura grammaticale sia solo la conseguenza ed il punto di arrivo di tale approccio (e non il punto di partenza come avveniva nell’insegnamento grammaticale tradizionale).
L’apprendimento della grammatica e dell’ortografia non è affatto un “bene accessorio” nella vita sociale di un bambino, ma diventa un punto centrale su cui costruire il proprio curricolo linguistico e la propria capacità di riflessione metalinguistica.