Alunni stranieri

La presenza sempre più consistente di alunni stranieri nella scuola italiana, se da un lato è una grande riserva e ricchezza, dall’altro crea situazioni di difficile gestione che spesso gli insegnanti si trovano ad affrontare senza strumenti adeguati.

In una società multiculturale che si trasforma rapidamente, la scuola diventa un luogo di esperienza, di approfondimento e di studio di problemi che si ritengono significativi per i soggetti che li affrontano. La realtà scolastica accoglie sempre di più bambini figli di cittadini extracomunitari ed è spesso impreparata ad affrontare le difficoltà che scaturiscono dalle differenze etniche, culturali e di lingua.

Quando trattiamo il tema dell’italiano come seconda lingua, ci riferiamo in maniera specifica ai minori di recente immigrazione che hanno la necessità di apprendere la nuova lingua per comunicare e per studiare e non a coloro che sono nati in Italia o che vi risiedono da tempo, ovviamente italofoni.

Insegnare l’italiano ai bambini stranieri, fin dalla scuola dell’infanzia, non significa soltanto fornire le basi linguistiche, bensì metterli in condizione di appropriarsi di strumenti che permettano una migliore integrazione, sia all’interno del gruppo classe, sia nei contesti sociali nei quali sono inseriti. L’integrazione viene intesa così in senso sociale, ma anche in senso personale ed evolutivo.

Quando evidenziamo problematiche relative alle competenze linguistiche, infatti, non ci riferiamo solo a difficoltà di tipo comunicativo, ma a problemi più complessi derivanti dalla scarsa capacità relazionale con chi è culturalmente diverso.

Occorre pertanto interrogarsi sull’intervento da realizzare con i gruppi classe per migliorare l’inserimento di questi bambini nel contesto scolastico e favorire l’integrazione tra le diverse culture.

 

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Edurete.org Roberto Trinchero